La bella stagione è la scusa principale, ma il trekking costiero nel Salento è entusiasmante tutto l’anno.
Dopo un avvio di primavera un po’ incerto, arrivano i mesi in cui camminare per i sentieri salentini è un motivo in più per amare il tacco d’Italia.
La stagione del trekking comincia in primavera e termina praticamente a dicembre, offrendo scorci naturali, paesaggistici e storici di grande rilevanza e di irripetibile bellezza.
Agli scettici del caldo estivo si può rispondere che hanno perfettamente ragione, ma che anche i mesi estivi offrono itinerari guidati in notturna che rendono ancora più piacevole la scoperta. Magari, dopo un bagno rigenerante nelle acque delle splendide marine della penisola salentina.
Indossiamo le scarpe da trekking e partiamo.
Itinerari a piedi nel Salento, il giusto equipaggio
La primavera nel Salento è un aperitivo dell’estate, difficilmente si incontreranno freddo e pioggia, ma più facilmente ci si dovrà riparare dal sole. Per ogni evenienza, però, proviamo a capire cosa indossare e cosa mettere in un piccolo zaino:
- crema solare, per evitare gli effetti più fastidiosi dell’esposizione al sole;
- cappellino leggero;
- occhiali da sole;
- vestiti comodi e leggeri;
- calze doppie;
- scarpe da trekking;
- zainetto;
- asciugamano;
- acqua;
- eventuale integrazione di sali minerali;
- uva passa, mandorle e alimenti che aiutino a recuperare dallo sforzo;
- spuntini proteici;
- k-way consigliato per i giorni di vento e pioggia.
I più bei luoghi del trekking costiero nel Salento Adriatico
Il Salento è un luogo meraviglioso da scoprire camminando immersi nella natura.
Proviamo a scoprire due possibili itinerari con misto di luoghi contigui noti e meno noti, ma sempre meravigliosi.
In questa occasione graviteremo intorno alla splendida costa adriatica.
Il comune che ospita l’estremo lembo orientale d’Italia, Punta Palascìa, offre scorci meravigliosi di storia antichissima e natura selvatica tutti da scoprire.
- Torre del Serpe
- Cava di Bauxite
- Punta Palascìa
- Masseria Cippano
- Valle delle Memorie
- Masseria Torre Pinta
Trekking costiero nel Salento, Torre del Serpe
Torre del Serpe si trova a circa 25 minuti a piedi da Otranto, in una zona servita anche da bus turistici e mezzi di linea.
La costruzione rientra nella categoria delle torri a base circolare a forma tronco-conica. È solo parzialmente diroccata: restano la suggestiva parete e la scarpa, cioè l’ampliamento del basamento per dare una maggior superficie di appoggio alle murature.
Torre del Serpe è presente anche nell’araldica di Otranto, dove è rappresentata con un serpente nero che l’avvolge. È dunque un luogo che ha sempre rivestito una grande importanza nella difesa della città fortificata. La sua costruzione risale al periodo romano, con funzioni di faro. Fu restaurata una prima volta nel corso del potenziamento del sistema di torri voluto da Federico II di Svevia.
Il nome è legato a un’antica leggenda che racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l’olio che teneva accesa la lanterna del faro. Si narra che pochi anni prima della presa di Otranto, nel 1480, i saraceni si fossero diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell’occasione il serpente, avendo bevuto l’olio, aveva spento il faro per rendere invisibile l’approdo. I marinai ostili attraccarono così a Brindisi.
Trekking nel Salento, la Cava di Bauxite
A circa venti minuti di agevole camminata dalla Torre del Serpe si arriva alla Cava di Bauxite.
La cava ha un caratteristico colore vermiglio e ospita un lago di origine naturale. Fu scoperta negli anni Quaranta da uno ricercatore. Fu rilevata per lo sfruttamento commerciale, ma non fu un buon affare, perché in realtà la cava non è di vera e propria bauxite, ma di pisoliti bauxitiche. Si tratta di sassi che contengono un livello bassissimo della ricercata allumina.
Itinerari a piedi nel Salento, Punta Palascìa
A circa quaranta minuti di cammino sullo sfondo della costa adriatica, si raggiunge il Faro di Punta Palascìa.
Il cammino regala un paesaggio mozzafiato che culmina con una suggestiva scalinata a strapiombo sul mare dalla quale si raggiunge il faro. Si tratta dell’estremo lembo Est d’Italia.
La vista è mozzafiato e ripaga qualsiasi sforzo.
Nelle carte nautiche questo è anche il punto di separazione tra l’Adriatico e lo Ionio. Il faro è stato recentemente ristrutturato e figura tra i cinque siti culturalmente più rilevanti del Mediterraneo.
Prima della pandemia, qui si è radicata l’usanza di trascorrere la notte di San Silvestro per godere della prima alba del Capodanno italiano, con l’auspicio che riprenda presto.
Masseria Cippano, itinerario trekking salentino
A una distanza di altri quaranta minuti circa, parte dei quali serve comunque a rientrare da Punta Palascìa, si rientra nella rigogliosa macchia mediterranea. Ci attende una visita alla meravigliosa masseria fortificata medievale Cippano.
La masseria è stata abitata fino agli anni Cinquanta. Fa parte delle location del film “Mine Vaganti”, di Ferzan Ozpetek. Questo luogo incantevole è integrato nel sistema difensivo e di avvistamento voluto da Carlo V per presidiare le coste dell’Adriatico, il cui architetto fu soprattutto Gian Giacomo dell’Acaya.
Valle delle Memorie, a piedi nel Salento
Il tragitto più impegnativo, stimato in poco più di un’ora di cammino, ci vede arrivare nella Valle delle Memorie.
Questo luogo è nascosto tra la vegetazione. Qui sembrano annidarsi gli avvenimenti importanti e le tragedie che hanno solcato l’Adriatico. Secoli di storia e di leggenda.
All’ombra dei pioppi si trova la Cripta di San Nicola, scavata nella roccia insieme ad altre piccole cavità. È una testimonianza del passato bizantino di Otranto, sopravvissuto in clandestinità dopo la conquista normanna.
La cripta presenta tre piccole absidi orientate a sud. Si scorgono alcuni materiali di spoglio in un corridoio laterale, ci sono i resti di una specie di atrio e molte croci greche e latine incise sulle colonne. Restano anche delle tracce di affreschi.
Masseria Torre Pinta, itinerario di trekking nel Salento
Concludiamo il nostro itinerario ideale con una piccola passeggiata verso Masseria Torre Pinta, sede di un noto ipogeo.
Questo presenta la tipica forma di una croce: i tre bracci corti sono orientati a ovest, a est e a sud, mentre la galleria, lunga 33 metri, corrisponde al braccio lungo, ed è orientata a nord. Tutte le nicchie e il corridoio dal basso soffitto, presentano profonde incisioni provocate dalle unghie degli uccelli che vi trovavano riparo.
Se si osserva con più meticolosità, si noteranno alcuni particolari che rimandano direttamente alla cultura messapica: un forno utilizzato per la cremazione o per i sacrifici, centinaia di cavità adoperate come urne cinerarie e un sedile in pietra collocato lungo le pareti, data la loro usanza di deporre i defunti in posizione seduta.
Un luogo straordinario di spiritualità e di lavoro, immerso in una valle che sorprende per la sua posizione a così poca distanza dalle spiagge affollate del Salento.